L’ictus ischemico è la patologia più diffusa tra gli anziani. Questo è legato al fatto che i disturbi che lo determinano progrediscono nel tempo. L’ictus ischemico si genera dalla chiusura di un vaso sanguigno. Il sangue, quindi, non arriva più e ne deriva un’ischemia cerebrale o infarto cerebrale. Per questo motivo, si genera una necrosi del tessuto. Le conseguenze di un ictus dipendono principalmente dall’area cerebrale danneggiata dalla necrosi. Continua a leggere per scoprire quali sono le conseguenze di un ictus negli anziani!
Cosa si intende per ictus nell’anziano?
Che cos’è un ictus l’abbiamo spiegato in diversi articoli, se non li avete letti, andate a recuperarli! Se invece li avete letti, sapete che ci sono diverse tipologie di ictus. In tutti i casi si tratta di un’alterazione del flusso sanguigno e una riduzione dell’apporto di ossigeno a livello cerebrale. Uno dei fattori di rischio principali per l’ictus è l’età, proprio per questo motivo oggi vi parliamo delle conseguenze nell’anziano. Oltre due terzi dei casi di ictus si verificano in persone di età superiore ai 65 anni!
Quali sono le conseguenze di un ictus negli anziani?
I sintomi dell’ictus dipendono dalla sede e dall’estensione dell’area del cervello colpita. La loro caratteristica è che insorgono all’improvviso. L’unica modalità per mettere bene a fuoco le conseguenze in un paziente è la valutazione cognitiva. Tramite questa è possibile creare una fotografia della condizione del paziente e individuare le abilità preservate e le aree cerebrali compromesse. Come avevamo già anticipato, a seconda dell’ictus le conseguenze possono essere a livello motorio, cognitivo o entrambe.
Disturbi motori
A livello motorio spesso emergono difficoltà nella deambulazione, a causa di un deficit a livello di coordinazione dei movimenti. Inoltre, può emergere un’emiparesi: una perdita parziale di percezione e movimento di una metà del corpo. Se vi ricordate bene, la metà del corpo paralizzata è quella opposta all’emisfero che ha subito la lesione! Questo perché gli emisferi controllano i movimenti del lato opposto del corpo.
Difficoltà a livello cognitivo
Dal punto di vista cognitivo ci possono essere conseguenze a diversi livelli. Spesso emergono disturbi del linguaggio o afasie, principalmente quando viene danneggiato l’emisfero sinistro. I pazienti fanno fatica ad articolare o a comprendere frasi e parole. Possono emergere anche difficoltà nell’attenzione e nelle funzioni esecutive: tutte quelle funzioni che ci permettono di programmare un movimento o un’azione. Possono manifestarsi disturbi della memoria, come incapacità di apprendere nuove informazioni, di ricordare eventi passati o come si esegue un compito. Spesso per i pazienti è difficile tenere a mente due informazioni contemporaneamente.
Da alcuni studi è emerso come gli anziani che hanno subito un ictus, sviluppano più facilmente depressione. L’origine della depressione dopo l’ictus coinvolge molti fattori a livello biologico, psicologico e sociale.
Quali sono le conseguenze di un ictus ripetuto?
Soprattutto nei pazienti anziani, è possibile che si accumulino le conseguenze di diversi ictus. In questi casi, gli esiti sono difficili da inquadrare in quanto sono interessati entrambi gli emisferi e diverse funzioni contemporaneamente.
Le conseguenze possono essere molteplici, tra esse troviamo difficoltà a:
- deglutire
- scandire le parole
- camminare
- controllare gli sfinteri e quindi incontinenza urinaria
A tutto ciò, può associare un decadimento cognitivo. Anche in questo caso, il quadro del paziente deve essere opportunamente valutato per iniziare il prima possibile la riabilitazione.
La riabilitazione del paziente anziano dopo l’ictus
La riabilitazione si basa sul concetto di plasticità. Grazie alla plasticità, dopo un ictus, il cervello ha la capacità di riorganizzarsi. Ovviamente, il recupero funzionale dell’area dopo la lesione dipende dalla quantità di tessuto risparmiato dal danno. Per molti anni si è pensato che la plasticità fosse presente soltanto in giovane età. Oggi sappiamo che non è così, che il nostro cervello è plastico per tutta la vita, se no come potremmo imparare cose nuove anche da anziani?
Una delle tecniche che vanno a stimolare la plasticità è la neuromodulazione non invasiva. Ad esempio, con il protocollo di MindLenses Professional, tramite l’adattamento prismatico, è possibile creare una finestra temporale di maggiore plasticità. Durante questa finestra temporale, il cervello è più ricettivo agli stimoli e, di conseguenza, la riabilitazione ha maggiore effetto.
Qui entrano in gioco i Serious Games! Ve ne abbiamo mostrati già diversi. I giochi contenuti in MindLenses Professional rientrano e agiscono su 5 grandi aree cognitive: capacità attentive, capacità decisionali, capacità di memoria, capacità motorie, capacità linguistiche.
Probabilmente uno dei Serious Game che non avete ancora visto è “Trova L’Intruso“. Questo gioco stimola la riabilitazione dell’attenzione. Il paziente deve individuare qual è la forma intrusa tra tutte le altre. Inoltre, come già sapete grazie ai continui feedback, la motivazione è mantenuta alta.

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Bibliografia sulle conseguenze di un ictus negli anziani
Cayco C. S., Gorgon E. J. R. & Lazaro R. T. (2019). Proprioceptive neuromuscular facilitation to improve motor outcomes in older adults with chronic stroke. Neurosciences Journal. Volume 24 (1), pages 53-60.
Chen R., Balami J. S., Esiri M. M., Chen L. & Buchan A. M. (2010). Ischemic stroke in the elderly: an overview of evidence. Nature Reviews Neurology. Volume 6, pages 256–265.
Filipska K., Wiśniewski A., Biercewicz M. & Robert Ślusarz (2020). Are Depression and Dementia a Common Problem for Stroke Older Adults? A Review of Chosen Epidemiological Studies. Psychiatric Quarterly. Volume 91, pages 807–817.