I serious games sono strumenti molto noti nella ricerca e ormai utilizzati anche in campo clinico, specialmente nel settore della riabilitazione.
Meno noti della gamification, i serious games possono essere declinati come giochi cognitivi e training cognitivo, ma non solo.
Scopriamo come nascono, dove vengono utilizzati, e soprattutto come funzionano.
Cosa sono i serious games?
I serious games si differenziano dalle altre tipologie di giochi per lo scopo: infatti, mentre la moltitudine di giochi presenti sul mercato ha prettamente scopi di intrattenimento, i serious games mantengono in equilibrio le quote di intrattenimento ed apprendimento.
Quali tecnologie sono necessarie per creare un serious game?
In realtà, la tecnologia utilizzata (mobile game, console game, virtual reality) non è influente nel definire il gioco come serious game. L’unico elemento necessario per rientrare nella definizione di “gioco serio” è: “un perfetto bilanciamento tra intrattenimento e apprendimento“.
I serious games sono la stessa cosa della gamification?
No, sono due concetti piuttosto differenti. La gamification è una tecnica volta alla creazione di situazioni tipiche dei giochi (per esempio l’assegnazione di punti, il procedere per livelli, l’utilizzo di feedback) in contesti non legati di per sè all’esperienza ludica (per esempio in procedure lavorative), al fine di fornire all’utilizzatore finale un percorso maggiormente appetibile e, quindi, performante: ma non si tratta di un vero gioco!
Serious games: Le categorie
Abbiamo capito che i confini del serious game sono molto ristretti, e la sua riuscita dipende dall’equilibrio negli “ingredienti”. Riportando la classificazione proposta da Frederick Joseph F. in ogni gioco tendenzialmente sono presenti 3 caratteristiche: intrattenimento, simulazione, e apprendimento.
A seconda di quale/i forze “tirano” maggiormente, si viene a delineare chiaramente la tipologia e lo scopo del gioco in questione:
- Unendo intrattenimento e simulazione si vanno a creare quei giochi che simulano fedelmente situazioni e pratiche reali (giochi di calcio, di corse, di combattimento); che hanno come scopo il competere richiedendo al giocatore di maturare “skills” (capacità elevate nel gioco);
- Unendo simulazione e apprendimento si vanno a creare quei giochi che simulano attività molto specifiche al fine di migliorare le prestazioni del soggetto in uno specifico comportamento.
Non è raro trovare questi approcci tra le forze armate, specialmente tra le divisioni militari che, grazie all’ausilio della realtà aumentata o della realtà virtuale, possono condurre degli addestramenti sempre più digitali (e sicuri);
- Unendo Intrattenimento e Apprendimento si vanno a creare quei giochi volti all’accrescimento delle conoscenze accademico/didattiche dell’utente/giocatore. E’ un tipo di approccio sempre più in voga nelle scuole, specialmente nelle scuole dell’infanzia.
Infine, un corretto bilanciamento di Intrattenimento, Simulazione e Apprendimento crea un serious game: un gioco, che grazie alla sua quota di appetibilità, spinge il soggetto a mettersi in gioco in dinamiche sfidanti, all’apprendimento di strategie e, in generale, al miglioramento delle proprie performance
I serious games funzionano davvero?
In una ricerca condotta dalla Utrecht University, sono stati esaminati ben 28 studi scientifici che hanno comparato l’efficacia dei serious games con altre metodiche di apprendimento. I ricercatori concludono che effettivamente i serious games migliorano l’acquisizione di conoscenze e abilità cognitive ed inoltre, sembrano essere promettenti per l’acquisizione di abilità motorie.
Questa aumentata performance è però dovuta a caratteristiche di gioco, che, se non equilibrate correttamente, possono non produrre l’effetto sperato (modulazione della difficoltà di gioco, tipologia di stimoli, presenza di feedback ecc…). Per questo tendenzialmente si consiglia una fase di testing dei vari serious game prima dell’utilizzo con i giocatori reali.
Esiste un modello unificato per spiegare l’efficacia dei serious games?
Ad oggi non esiste un modello unificato che spieghi l’efficacia dei serious games.
Con ogni probabilità, ciò è dovuto al fatto che ogni serious games ha delle proprie dinamiche peculiari, per cui si verrebbero a creare dei modelli che non spiegano tanto il processo, ma che sarebbero applicabili solamente ad un singolo gioco, o ad una piccola cerchia di essi. Ciò che però possiamo sicuramente ipotizzare è l’intervento di alcuni processi noti del mondo della neuropsicologia: il sistema attentivo, il modello motivazione/prestazione e il circuito del reward.
Il sistema attentivo
Il sistema attentivo è sicuramente il protagonista principale di questa storia: l’attenzione è infatti una funzione cognitiva trasversale che, con la sua presenza, può rafforzare o indebolire a cascata tutto il resto del sistema cognitivo. Un serious game ben costruito, attraverso dinamiche sfidanti, ludiche e graficamente appetibili, riesce a mantenere elevata la soglia di attenzione, assicurando un maggiore coinvolgimento cognitivo.
Il modello motivazione/prestazione
Avete mai notato, che quando si è troppo motivati, le prestazioni ne risentono? Atkinson, nel suo modello motivazionale ad “U” rovesciata ipotizza che le performance migliori si ottengono con una quota equilibrata di motivazione.
I serious games spesso riescono a centrare questa piccola finestra di motivazione ottimale, poiché la prestazione viene “giudicata” ed “assistita” da un software. Ciò minimizza le paure derivanti dal mostrare una cattiva performance davanti un’altra persona e, dell’altro versante, evitano dinamiche di “ultra-motivazione”.
Il circuito del reward
La ricompensa (in inglese reward) è la chiave di qualsiasi gioco. Possiamo definirla come la benzina che alimenta il sistema attentivo e sopratutto motivazionale.
In molti serious games il sistema di reward compie anche un secondo lavoro: il feedback. Nel saper giostrare il feedback in un serious games è fondamentale l’equilibrio, poichè si rischierebbe di alimentare sistemi disadattivi, come dipendenza o frustrazione.
I sistemi di apprendimento
Tutti i sistemi indicati finora hanno lo scopo di far si che il serious games agisca. Ricordate quale era lo scopo del serious game? Stimolare l’apprendimento e migliorare le performance.
Solo con un gioco cognitivo ben progettato avrete dei giocatori che imparano dinamiche e strategie mano a mano che avanzano nel gioco. Inoltre, se avete davvero fatto breccia nel loro sistema cognitivo, essi utilizzerano queste nuove strategie per continuare a migliorare le loro performance, non solo all’interno del gioco, ma anche nella vita reale.
MindLenses Professional e i serious games per il training cognitivo
MindLenses Professional è l’unico strumento al mondo che unisce alla neuromodulazione non invasiva un percorso terapeutico basato sui serious games.
I giochi contenuti in MindLenses Professional rientrano in 5 grandi aree cognitive: capacità attentive, capacità decisionali, capacità di memoria, capacità motorie, capacità linguistiche.
L’assunto di base dietro l’impianto di MindLenses Professional è un ecosistema di tecniche e protocolli messi a punto per “centrare” le finestre ottimali di stimolazione, al fine di produrre crescita cognitiva.