Il morbo di Alzheimer è una delle più diffuse malattie neurodegenerative che colpisce in Italia oltre un milione di persone. La ricerca di cure è lunga e complessa – molta ricerca si focalizza perciò su come rallentare la perdita di facoltà cognitive quando la malattia è ancora parzialmente “sotto controllo”.
In questo blog abbiamo parlato spesso di adattamento prismatico – una tecnica di neuromodulazione che va ad agire in maniera non invasiva sulla naturale plasticità del cervello – e di serious games – speciali esercizi a metà tra apprendimento e intrattenimento in grado di far esercitare specifiche funzioni cognitive come la memoria e l’attenzione. Possono questi due strumenti terapeutici – entrambi al cuore di MindLenses Professional e già utilizzati nel recupero post-ictus, nei traumi cranici e nell’ADHD – essere utili anche a chi soffre di Alzheimer, quantomeno in forma lieve?
Questa la domanda oggetto di uno studio (in collaborazione con l’Università di Palermo) presentato la scorsa settimana dai nostri Agnese Di Garbo e Gabriele Chiaramonte a SINdem4Juniors, la conferenza organizzata dall’ala under 40 della SINdem (Associazione Autonoma aderente alla Società Italiana di Neurologia per le Demenze).
Lo studio mostra che un ciclo terapeutico con adattamento prismatico e serious games migliora alcuni tratti del deficit cognitivo nell’Alzheimer lieve, in particolare la fluenza fonologica – uno dei primi ad essere compromessi dalla malattia, legato non solo al linguaggio ma anche alle funzioni esecutive.
Scarica il poster presentato alla conferenza QUI.