Floreana Fazio è una psicologa siciliana. La dottoressa Fazio è stata la prima professionista che, al di fuori del laboratorio di neurofisiologia dell’università di Palermo e della clinica Neuroteam entrambi guidati dal prof. Massimiliano Oliveri, ha acquistato MindLenses per utilizzarlo con i suoi pazienti, quando era ancora un dispositivo fresco di trasferimento tecnologico tra la ricerca scientifica e la pratica clinica. È dunque la prima cliente ufficiale di Restorative Neurotechnologies!
Abbiamo approfittato della fine dell’ultimo congedo per maternità della dottoressa, terminato a maggio, per festeggiare anche questo importante anniversario.
Dottoressa Fazio, quando e come è venuta a conoscenza di MindLenses?
Ho studiato psicologia a Catania e poi ho conseguito un Master in Neuropsicologia Clinica. Durante questo master ho approfondito il tema della neuromodulazione con l’adattamento prismatico, e una collega mi ha parlato di questo nuovo dispositivo MindLenses. Non conoscevo ancora il prof. Oliveri, ma, all’inizio della mia attività lavorativa e appena affacciata al mondo della neuropsicologia, ero affascinata da questa capacità meravigliosa del cervello di adattarsi, compensare, rispondere alla stimolazione… MindLenses era tutto questo, e sono stata entusiasta di provarlo.
Di cosa si occupa nella sua pratica clinica?
Lavoro molto con l’età infantile e con i disturbi del neurosviluppo: ADHD, disabilità intellettive, anche con tutta una fascia di bambini senza diagnosi ufficiali ma con difficoltà varie in ambito scolastico, per esempio normodotati che hanno qualche difficoltà con attenzione, memoria di lavoro e problem solving.
Come è organizzata la sua attività lavorativa?
Lavoro come libero professionista nel mio studio privato a Canicattì, in stretta collaborazione con una psicomotricista e due pedagogiste. Lavoriamo molto sul passaparola. Lo studio è molto ben inserito nel territorio: lavoriamo in rete, siamo piuttosto conosciute.
I pazienti ci arrivano dai servizi territoriali. Spesso a inviarli è la neuropsichiatria infantile; oppure gli insegnanti che consigliano ai genitori di fare potenziamento o una valutazione per un sospetto DSA; oppure i pediatri.
Come si approcciano i bimbi a MindLenses?
I bambini sono affascinati: alcuni si riferiscono alle lenti prismatiche come a “occhialini magici”; poi ovviamente il tablet e i giochi motivano molto a questa età.
Un aspetto particolare che noto spesso è che alla fine di ogni sessione i bambini si auto-monitorano: se vedono che il loro punteggio è migliorato, questo si riflette sulla loro autostima e la loro immagine di sé. Nelle varie attività vedono che ce la possono fare, che sono capaci, e non sono io a dirglielo ma lo possono vedere da sé!
Sono tutti aspetti secondari al lavoro cognitivo ma che sui bambini fanno molto presa, e poi travasano per esempio nell’atteggiamento e nelle motivazione a scuola.
Quali sono i risultati che ha riscontrato utilizzando MindLenses?
Dal punto di vista clinico, i risultati sono evidenti.
Negli ADHD vedo sopratutto miglioramenti dell’attenzione sostenuta (dopo un ciclo con MindLenses, i pazienti sono in grado di mantenere l’attenzione più a lungo) e della gestione dell’impulsività (miglior controllo inibitorio).
Nei DSA [l’uso di MindLenses nei DSA non è ancora certificato, ma i professionisti possono utilizzarlo off-label, NDR] riscontro aumentate velocità di lettura (per esempio il numero di sillabe che un paziente riesce a leggere al secondo).
Un altro aspetto importante e per me emozionante è che i bimbi stessi si accorgono che migliorano. Molti dei pazienti che vedo hanno problemi di gestione dell’emotività e bassa autostima, perché sperimentano moltissimi fallimenti. MindLenses mi aiuta a lavorare in maniera trasversale anche sull’aspetto emotivo-relazionale, con ricadute sul trattamento evidentissime. Naturalmente non facciamo miracoli, ma spesso il bambino cambia la prospettiva, trova nuove strategie, soprattutto in termini di problem solving, la capacità di arrivare al risultato con modi nuovi e più “suoi”.
Anche i genitori lo notano. Per esempio mentre prima il bambino non portava i compiti a casa, perdeva gli oggetti, non stava mai seduto in classe, dopo un periodo di trattamento le famiglie vengono a dirmi che i progressi li vedono. Questo per me è importante, perché un genitore spesso ha delle aspettative diverse dal professionista, riguardo soprattutto le tempistiche dell’intervento! Il fatto che siano i genitori stessi a dirlo è per me una conferma della bontà del lavoro svolto.
Qual è il processo attraverso il quale propone MIndLenses?
Mi arrivano bimbi con una diagnosi già fatta o con una richiesta di valutazione funzionale. Quando decido di inserire MindLenses nel loro percorso, diciamo in fase di “trattamento intensivo”, spiego ai bambini che MindLenses è come una palestra: dico loro che stiamo allenando i muscoli del cervello e questa cosa li affascina!
A seconda dei casi, oltre a MindLenses spesso inserisco anche un tipo di potenziamento più tradizionale, con schede, giochi da tavola di vario tipo, carte..
Aveva qualche riserva prima di prendere dimestichezza con il dispositivo?
Temevo che i bambini con minore capacità di controllo mi facessero volare le lenti [la dottoressa si riferisce alle lenti prismatiche, parte del protocollo di neuromodulazione di MindLenses] o il tablet! Però ci ho provato lo stesso ed è andata bene: 4 anni e ancora niente di rotto!
È una questione di mediazione e di rinforzi: quando vedi che il bimbo ti sta seduto tutta l’ora, ti porta a termine le attività, aspetta le istruzioni prima di iniziare, si possono innescare circoli molto positivi.
Quali sono le prospettive future della sua attività clinica?
Sono soddisfatta del mio lavoro e della rete creata sul territorio che mi consente di essere un punto di riferimento. È una soddisfazione per me essere di supporto e sostegno per molte famiglie delle nostre zone che hanno bisogno di aiuto.
Come può Restorative Neurotechnologies supportarla maggiormente nella sua attività di professionista?
Dal momento che MindLenses è una terapia in continua evoluzione, seguendo il campo noto che ci sono spesso nuovi studi, pubblicazioni scientifiche, eccetera. È inoltre utilizzato da molti professionisti diversi che si occupano di casistiche differenti ma a volte adiacenti. Per entrambi questi motivi, mi piacerebbe incontrare più spesso colleghi per momenti di confronto e studio, anche fisicamente!
Se sei un libero professionista in campo sanitario e ti occupi di pazienti simili alle casistiche descritte dalla dottoressa Fazio, puoi prenotare un appuntamento con noi per vedere MindLenses da vicino qui.